frase

VERITAS VOS LIBERAT
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NOI PIANGIAMO PER COLORO PER CUI NON PIANGE PIÙ NESSUNO

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PRO VERITATE ADVERSA DILIGERE ET PROSPERA FORMIDANDO DECLINARE

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giovedì 17 aprile 2014

STRAGE DI VIA CARAVAGGIO, ESAME DEL DNA : POSSIBILI SCENARI





La strage di Via Caravaggio è uno dei casi più noti della storia criminale italiana. La notte tra il 30 e il 31 ottobre 1975 vennero uccisi, nella loro casa di Via Michelangelo da Caravaggio 78 a Napoli, Domenico Santangelo,Gemma Cenname,Angela Santangelo e il loro cane Dick. Prima colpiti alla testa con un corpo contundente poi uccisi con una ferita alla gola inferta con un coltello. Per il triplice omicidio viene processato Domenico Zarrelli, nipote di Gemma Cenname. Zarrelli viene prima condannato e poi successivamente assolto. Assoluzione resa definitiva dalla Corte di Cassazione. Domenico Zarrelli viene risarcito dallo Stato per ingiusta detenzione e danni morali. Nel 2013 la Procura di Napoli ordina nuovi accertamenti scientifici sui reperti alla ricerca di tracce utili. Viene individuato un Dna, Dna che sembra sia stato identificato. La Procura non ha reso ancora nota l'identità della persona individuata tramite il Dna lasciato su uno dei reperti. La domanda che molti si pongono è: perché la Procura non rende noto un nome che potrebbe portare finalmente a chiudere un caso insoluto da 40 anni ?. Possiamo fare tre ipotesi, si badi bene tre ipotesi accademiche visto che solo la Procura conosce quel nome.
1) La persona individuata grazie al Dna è morta. Qui a risolvere il problema è l'art 150 codice penale : la morte del reo estingue il reato. Accade sovente la fattispecie di estinzione del reato per morte del reo, quindi non ci sono difficoltà procedurali o di giurisprudenza. 2) La persona individuata è viva. La Procura per esigenze investigative non rende pubblico il nome per ulteriori indagini e approfondimenti. Forse anche per verificare la presenza di complici. Sono passati molti anni e quindi le indagini indirette ( escussione di testimoni per esempio ) possono essere più difficoltose. 3) La persona individuata è Domenico Zarrelli. Si tratterebbe di una novità clamorosa ( termine ultimamente molto usato parlando di Via Caravaggio ) e dalle non poche difficoltà procedurali e giurisprudenziali. Infatti Domenico Zarrelli é stato già giudicato e assolto in via definitiva. Inoltre è stato risarcito per l'errore giudiziario. L'art 649 codice procedura penale stabilisce che nessuno può essere processato più volte per lo stesso fatto : ".1. L’imputato prosciolto o condannato con sentenza o decreto penale divenuti irrevocabili (648) non può essere di nuovo sottoposto a procedimento penale per il medesimo fatto, neppure se questo viene diversamente considerato per il titolo, per il grado o per le circostanze, salvo quanto disposto dagli artt. 69 comma 2 e 345. 2. Se ciò nonostante viene di nuovo iniziato procedimento penale, il giudice in ogni stato e grado del processo pronuncia sentenza di proscioglimento (529-531) o di non luogo a procedere (425), enunciandone la causa nel dispositivo. " L'art 649 c.p.p accoglie il principio del ne bis in idem. Nel caso il nome scritto sugli esiti del Dna fosse di Domenico Zarrelli si avrebbe una situazione delicata. Per esempio non potendo essere processato potrebbe chiedere l'incidente probatorio per ripetere l'esame del Dna ? Inoltre l'esame del Dna è uno dei tasselli di una indagine ma se il processo non può essere svolto come si esaminano i vari tasselli ? L'altro aspetto delicato sarebbe il processo mediatico. Una notizia tanto clamorosa come verrebbe usata dai mezzi di informazione ? Che reazione avrebbe l'opinione pubblica ?. Quanti rinuncerebbero all'attacco colpevolista ?. Ci si ritroverebbe con una persona innocente per la magistratura e un colpevole per l'opinione pubblica ?.Quante altre assoluzioni verrebbero messe in discussione ?. La tenuta di una democrazia, di uno stato civile si regge sul principio che la giustizia è nelle mani della magistratura, che una persona imputata deve essere giudicata secondo regole e garanzie precise,che non vi può essere giustizia ad ogni costo. La scienza è di grande utilità nelle indagini, ma sovrano deve rimanere il giudizio del magistrato. Il diritto di cronaca è sacro ma il confine tra cronaca e sentenze mediatiche va rispettato. I processi di piazza con albero e corda lasciamoli nei film western. Parliamo comunque di ipotesi, i fatti sono di esclusiva conoscenza della Procura di Napoli. La speranza è che Domenico Santangelo,Gemma Cenname e Angela Santangelo abbiano giustizia,quella dei tribunali.