frase

VERITAS VOS LIBERAT
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NOI PIANGIAMO PER COLORO PER CUI NON PIANGE PIÙ NESSUNO

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PRO VERITATE ADVERSA DILIGERE ET PROSPERA FORMIDANDO DECLINARE

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domenica 3 luglio 2016

STRAGE DI VIA FANI,DUBBI E CONSIDERAZIONI.PARTE SECONDA.

Continuiamo la nostra analisi,  per far ciò vediamo prima come viene ricostruita la dinamica della strage di Via Fani dalla perizia balistica del 1978 e ci serviremo anche delle foto scattate dalla Polizia Scientifica.
Come vediamo la dinamica sembra chiara. La 130 con Moro a bordo tampona la 128. L'autista dell'Alfetta di scorta viene colpito da vari colpi, quindi molla la frizione e l'auto tampona la 130 di Moro. Eppure leggendo gli atti qualche dubbio viene. Tre testimoni, precisamente EVADINI,DAMIANI e RAVENNI, dichiarano di aver prima sentito il rumore di un tamponamento, poi colpi di pistola ( da due a 5 ), una breve pausa e poi raffiche di mitra. Quindi il tamponamento avviene prima degli spari non dopo. Si potrebbe dire che il tamponamento che sentono i testimoni è quello tra la 130 e la 128. Ma vediamo questa foto.
Come si può notare la distanza tra la 130 e la 128 è evidente. La strada era in leggera pendenza e la 130 era una macchina molto pesante. Se ci fosse stato tamponamento i segni sarebbero evidenti. Proviamo quindi a fare una diversa ricostruzione. Mentre scende per Via Fani il corteo delle auto di scorta di Moro si trova davanti la famosa 128. Ricci, autista della 130, riesce a sterzare ed evita l'impatto. Invece l'Alfetta non riesce a frenare e tampona la 130. Già negli anni precedenti erano accaduti un paio di incidenti che avevano coinvolto le auto della scorta di Moro. Quindi gli uomini della scorta si trovano davanti ad uno dei tanti incidenti cittadini. Vedono un'auto con targa diplomatica, degli uomini in divisa e probabilmente una donna, non temono pericoli. Forse Zizzi e Iozzino si preparano a scendere, visto che la procedura ( indicata in un opuscolo consegnato qualche mese prima agli uomini delle scorte ) prevede che gli uomini di scorta devono porsi attorno all'auto della personalità protetta nel caso di soste. Nemmeno il tempo di scendere che qualcuno si avvicina ( il testimone Marini vede due persone che si avvicinano ai due lati della 130 ) all'auto di Moro, probabilmente vogliono chiarirsi per il tamponamento appena accaduto. Improvvisamente estraggono delle pistole e sparano sulla 130, dal bar Olivetti spunta una persona che prima spara una raffica contro la 130 e poi si avvicina, spacca il finestrino e spara altri colpi contro l'autista. Altri tre spuntano sempre dal bar Olivetti e sparano contro l'Alfetta. Zizzi e Iozzino si trovano fuori dalla macchina. Zizzi è disarmato ( ma perché ? ) mentre Iozzino prende la pistola e spara. Viene però colpito da almeno due diverse armi. Zizzi viene colpito da tre proiettili. Certo questa è solo una ricostruzione alternativa ma forse non così impossibile. Continuiamo.




Nel punto dove si posizionano i tiratori che sparano sulla scorta di Moro, viene ritrovato un bottone con lo stemma dell'Arma dei Carabinieri. Apparteneva ad una divisa ?. Facciamo una considerazione, i brigatisti avevano necessità di avvicinarsi molto all'auto di Moro per evitare di colpirlo. Ma avvicinarsi molto senza destare la reazione della scorta non è cosa semplice. Logico quindi che si sia cercato di tenere bassa la guardia della scorta, di ingannarli. Si è sempre detto che il piano usato per rapire Moro era la copia del piano usato nel 1977 dalla Raf per rapire Schleyer. La Raf per ingannare la scorta aveva usato una donna con una carrozzina e aveva messo tiratori su entrambi i lati. La scorta di Schleyer era meno numerosa di quella di Moro e le i brigatisti rossi avevano scarsa preparazione militare. Difficile quindi che abbiano copiato tutto il piano eliminando i due punti che assicuravano il successo : l'uso di un diversivo e l'impiego di tiratori su entrambi i lati. Come non si può trascurare che uno dei tiratori di via Fani dimostra una grande professionalità non solo nella precisione di tiro ma anche nel rompere il lunotto prima di sparare. Nulla sembra lasciato al caso, quindi probabilmente era stato studiato un diversivo efficace. In questo contesto siamo sicuri che le divise Alitalia servivano per non destare sospetti ( come hanno dichiarato i brigatisti ) o per permettere agli assalitori di identificarsi tra loro ( come sostenuto da alcuni ) ?. Possibile che invece quelle divise facessero parte del diversivo ?.
Sul pianale posteriore della Alfetta viene trovata la chiavetta , divelta, del congegno di chiusura della portiera posteriore sinistra. Era già rotta o è stata divelta durante il rapimento del Onorevole Moro ?.
Nel borsello del Maresciallo Leonardi viene ritrovata una macchina fotografica " Minox " , la usava per servizio ? per fotografare persone sospette che avevano attirato la sua attenzione ?.

Continua