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Via dei Sardi |
Antonio Corrado
Roma, Via dei Sardi
30 ottobre 1975
articolo L'Unità 31 ottobre 1975
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Cinema Palazzo |
Sfortuna,atroce
scherzo del destino, misteriose vie della Provvidenza:questi i
termini che solitamente si usano per definire un imprevisto evento
negativo. Nel destino di tutti noi prima o poi arrivano questi eventi
imprevisti dalle dinamiche anche incredibili e con esiti nefasti. Nella
vita di Antonio Corrado, 21 anni da Roma , eventi sfortunati già
avevano fatto sentire effetti funesti. Corrado ha una malformazione
ad un occhio che ne condiziona la vita, ha inoltre perso il padre.
Colpi duri ma ai quali Antonio Corrado risponde nella maniera
migliore : vivendo al massimo delle sue possibilità. Vive con
la madre in Viale dello Scalo di San Lorenzo 65 e ha 4 fratelli. Dopo
il diploma cerca di inserirsi nel mondo del lavoro e coltiva le sue
passioni : musica e poesia. Una famiglia per bene i Corrado e
Antonio è stimato nel quartiere San Lorenzo. San Lorenzo non è
il quartiere di una città metropolitana con enormi palazzi e
rapporti umani ridotti al minimo, a San Lorenzo si sente la necessità
di essere comunità. Antonio Corrado si muove sicuro nella sua
San Lorenzo, sicuro perché ha una vita limpida e senza nemici,
sicuro perché forse sente di aver pagato il conto con la
cattiva sorte. Evidentemente però il destino teneva una
diversa contabilità, e nel ottobre 1975 passa nuovamente da
Antonio Corrado per presentare il conto definitivo. Precisamente la
sera del 29 ottobre 1975, Antonio decide di recarsi al cinema con un
suo amico. Qui inizia la sua fine,nelle stesse ore un
ragazzo che vive a poca distanza da lui si prepara per recarsi ad un
incontro politico e sempre nelle stesse ore assassini senza volto si
preparano per la loro missione di morte. Tutti si preparano senza
sapere che tra poche ore il loro destino si incrocerà per
sempre. Usciamo insieme con Antonio che con il suo amico si avvia
verso il cinema Palazzo in Piazza dei Sanniti. Le strade quasi
deserte, poco illuminate, dalle finestre voci di vita quotidiana.
Antonio e il suo amico entrano nel cinema e noi li lasciamo al loro
film. Andiamo ora in Via dei Rutoli dove si tiene una riunione di
“Lotta continua “ , qui si reca il ragazzo vicino di casa di
Antonio Corrado a cui ora diamo un nome, Emilio Petrocelli. San
Lorenzo è un quartiere quasi interamente di orientamento di
sinistra con una intensa attività politica. Da Via dei Rutoli
ci avviamo verso via dei Sardi in direzione Viale Scalo di San
Lorenzo. Una ventina di metri prima dell'incrocio tra Via dei Sardi e
Viale Scalo di San Lorenzo alcune persone attendono qualcuno, ancora
per poco sono persone come le altre.
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Via dei Rutoli |
Da
poco è passata la mezzanotte , il film è finito quindi
Antonio e il suo amico escono dal cinema. Per tornare a casa a Corrado
converrebbe passare per Via degli Ausoni, ma decide di accompagnare
il suo amico. Si avviano per Via dei Sardi e arrivati all'incrocio
con Via dei Marzi si separano e Antonio prosegue per Via dei Sardi.
La strada è deserta,arrivato ad una ventina di metri
dall'incrocio con Viale dello Scalo di San Lorenzo ha solo il tempo
di notare delle persone che si avvicinano verso di lui e che gli
sparano. Antonio cade a terra e gli assassini scappano. Negli stessi
minuti Emilio Petrocelli lascia Via dei Rutoli e si avvia verso Via
dei Sardi per tornare a casa. Quando Petrocelli arriva all'incrocio
tra Via dei Sardi e Viale dello Scalo di Sal Lorenzo , Antonio
Corrado è stato già colpito.
Corrado
arriva cadavere in ospedale. E' stato colpito da quattro proiettili :
due alla testa, uno alla spalla e uno al fegato. A sparare sono state
due persone , con due pistole di calibro diverso : una calibro 38 e
una calibro 22. Le indagini trovano subito un grande ostacolo : il
movente. Antonio Corrado non faceva attività politica,non
aveva nemici, nessuna ombra nella sua vita. Stesso discorso per la
sua famiglia. Non resta che una sola ipotesi : lo scambio di persona,
il tragico errore. Ipotesi che trova conforto nel fatto che Emilio
Petrocelli doveva passare in Via dei sardi proprio nei minuti in cui
viene ucciso Antonio Corrado. Petrocelli abitava vicino casa di
Corrado e aveva con lui una certa somiglianza fisica. Inoltre quella
sera erano vestiti in modo simile. Petrocelli era un militante di “
Lotta continua “ e non era ben visto dai militanti di estrema
destra. Ma perché uccidere Emilio Petrocelli ? Per vendetta forse ,
il 29 ottobre 1975 a Roma ignoti uccidono a fucilate davanti una sede
del Msi un ragazzo di 16 anni, Mario Zicchieri. Mario Zicchieri aveva
una sola “colpa”, essere simpatizzante del Msi. Affascinanti e
terribili gli anni 70, la lotta politica diventa lotta armata. Si
viene uccisi semplicemente per una simpatia politica, per il giornale
che si legge, per essere andati ad un comizio politico o solo per
errore. Omicidi a cui si risponde con vendette. Abbiamo così
in 24 ore due vittime innocenti e due famiglie segnate per sempre.
Non ci sono testimoni dell'omicidio, solo alcuni hanno sentito dei colpi
secchi. Le cronache dell'epoca riportano che sul luogo dell'omicidio
sarebbe stata vista una “bianchina” o una “ lambretta “. Ad
uccidere Antonio Corrado sono assassini professionisti quanto meno
nell'uso delle armi. Ma non lo sono nella pianificazione
dell'omicidio. Non seguono la vittima designata, cosa che avrebbe
evitato l'errore di persona.
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Incrocio Viale dello Scalo di San Lorenzo- Via dei Sardi |
L'omicidio
di Antonio Corrado ha aspetti che richiamano l'omicidio di Tinelli e
Iannucci a Milano nel 1978. Anche nel 1978 gli assassini aspettano le
vittime presso l'incrocio di una via. Ma nel delitto di Milano gli
assassini prima si accertano dell'identità delle loro vittime,
testimoni vedono Tinelli e Iannucci scambiare poche parole con gli
assassini, che forse volevano evitare l'errore accaduto nel 1975. Il
calibro delle armi usate richiama altri delitti avvenuti a Roma :
Giorgiana Masi 1977 ( usata arma calibro 22 ) , Walter Rossi 1977 (
ucciso con un proiettile calibro 9 ma venne trovato anche un bossolo
calibro 22 ), Valerio Verbano 1980 ( usata arma calibro 38 ).
Antonio
Corrado non ebbe molta fortuna nemmeno dopo la sua morte, catalogata
velocemente come un tragico errore e archiviata. Il suo omicidio per
molti andrebbe , insieme ai tanti omicidi degli “anni di piombo”
, consegnato alla storia archiviando così quella tragica
pagina della nostra vita. Ma non si possono archiviare le storie dei
singoli, il dolore di tante famiglie. Un omicidio non è il
semplice atto di togliere la vita ad una persona , abbiamo mai
pensato a quante vite cambia un singolo omicidio ? La giustizia e la
verità non possono essere legate all'arbitrio di nessuno, non
abbiamo il diritto di negarle . Uccidere è il più
terribile degli atti, qualsiasi sia il movente o il momento storico.
Mentre
moriva Antonio Corrado si sarà forse chiesto “perché?”,
e una risposta ha il diritto di averla anche dopo 37 anni.
Antonio
Corrado non è vittima del destino , ma lo è doppiamente
degli uomini che prima gli hanno negato la vita poi giustizia e
verità.