 |
Vista di Via M. Fani
|
Oreste Leonardi
Domenico Ricci
Raffaele Iozzino
Francesco Zizzi
Giulio Rivera
Roma, Via M. Fani
16 Marzo 1978
 |
Vista del punto dove si trovavano i 4 tiratori
|
 |
Visuale dei 4 tiratori
|
 |
Incrocio Via M. Fani - Via Stresa
|
 |
Visuale del testimone Pietro Lalli
|
Garibaldi
e i mille, Cesare e le sue legioni, Napoleone e il suo esercito.Spesso il destino di molti è legato a quello di uno,nei libri
di storia rimane memoria dell'uno mentre le storie dei molti vengono
racchiuse in un termine : esercito, legione, ..... e scorta. Il
16/03/1978 è la prima riga di una delle pagine più buie
della nostra storia. In un qualsiasi libro di storia il 16 marzo 1978
viene così riassunto: rapimento dell'onorevole Moro e massacro
della sua scorta. Tanto è stato scritto sul rapimento e
l'uccisione di Aldo Moro, ma troppo spesso ci si è fermati al
termine scorta. Proviamo ad andare oltre la frase agenti della scorta
e ricordiamo questi nomi : Oreste Leonardi da Ceres 53 anni
Maresciallo dei Carabinieri, Domenico Ricci da Staffolo-San Paolo di
Jesi 43 anni Appuntato dei Carabinieri, Raffaele Iozzino da Casola 26
anni Guardia di Pubblica Sicurezza, Francesco Zizzi da Fasano 30 anni
Brigadiere della Pubblica Sicurezza, Giulio Rivera da Guglionesi 24
anni Guardia di Pubblica Sicurezza . Dietro questi nomi ci sono vite
mai vissute e vite vissute senza la persona amata. Su Aldo Moro e sui
fatti di Via Fani tanto è stato scritto in sede giudiziaria,
giornalistica e storica. Allora perché scrivere altro ?
Semplicemente per la sensazione che la parola fine non sia ancora
stata scritta. Iniziamo da come sono stati uccisi Oreste, Domenico,
 |
Marciapiede lato Oreste Leonardi
|
Raffaele, Francesco e Giulio ( impariamo ad usare dei nomi oltre al
generico uomini della scorta ). Le carte giudiziarie hanno
ricostruito quanto accaduto quella mattina in Via Fani : le due auto
della scorta di Aldo Moro vengono bloccate da una Fiat 128
all'incrocio tra Via Fani e Via Stresa ,dalla 128 scendono due
persone che sparano a Leonardi e Ricci, altri quattro uomini vestiti
da piloti escono dalla siepe del Bar Olivetti e sparano contro le due
auto. L'unico che riesce a reagire è Raffaelle Iozzino che
scende dall'Alfetta di scorta e spara due colpi prima di essere
ucciso. Altri uomini armati bloccano Via Fani e Via Stresa. Aldo Moro
viene caricato su una macchina e prima di fuggire gli assalitori
sparano un colpo alla testa ai componenti della scorta. Francesco
Zizzi però è ancora vivo quando arrivano i soccorsi e
viene portato in Ospedale, dove morirà. Questo sarebbe
successo in Via Fani. Sarebbe perché dopo 35 anni qualche
dubbio rimane. Anzi qualche domanda senza risposta. Per cominciare
come sapevano le “Brigate Rosse “ che quella mattina l'auto di
Moro sarebbe passata in Via Fani ? E lo sapevano visto che nella
notte tra il 15 e il 16 marzo tagliano le gomme del furgone di un
fioraio che tutte le mattine si posizionava all'incrocio tra Via Fani
e Via Stresa. La spiegazione data da Moretti ( capo delle Brigate
Rosse ) è che la scorta di Moro faceva quasi sempre lo stesso
percorso e alla stessa ora, era quindi facile prevedere il percorso.
Ad affermalo sono anche gli altri agenti che scortavano Moro e che
quel giorno erano di riposo. Quindi tutto chiaro ? Insomma, la
signora Eleonora Moro dichiara ai giudici che il marito non usciva
sempre alla stessa ora e che il percorso variava, veniva deciso al
momento tra Moro e il maresciallo Leonardi. La signora Moro dichiara
anche che il marito cambiava spesso chiesa e che la sua auto
percorreva alle volte Via Cortina D'Ampezzo, alle volte Via Fani,
alle volte Via Trionfale. La figlia di Moro, Agnese testimonia che il
percorso veniva scelto la mattina all'uscita da casa, che veniva
cambiato spesso. Testimonia anche che Via Fani era stretta ,
disagevole, spesso trafficata. Giovanni Ricci, figlio dell'appuntato
Domenico Ricci, testimonia come il padre nelle settimane precedenti
l'agguato fosse preoccupato per i continui cambi di percorso. Oltre a
queste dichiarazioni rese ai giudici altri elementi portano a
dubitare che venisse fatto sempre il solito percorso. Oreste Leonardi
era molto esperto e molto legato a Moro. Conosceva i rischi che
correva Aldo Moro. Aveva richiesto una vettura blindata che però
non venne concessa. Quindi il dispositivo di sicurezza a protezione
di Moro era formato da 5 uomini ( di cui due autisti con ovvia
ridotta capacità di reazione armata nel caso di un agguato )
che viaggiano su auto non blindate , armati di pistola a livello
individuale e una pistola mitragliatrice assegnata a Francesco Zizzi.
Un dispositivo che difficilmente avrebbe potuto affrontare un' imboscata. Leonardi ne è consapevole per questo chiede l'auto
blindata. E' anche consapevole che senza auto blindata ha solo due
elementi di difesa: velocità di spostamento e variare il
percorso. Non avrebbe mai rinunciato a questi due elementi di difesa.
Se il percorso variava e veniva deciso all'ultimo momento come
sapevano gli assalitori che sarebbero passati da Via Fani ? Ci sono
diverse spiegazioni , tra queste quella che la mattina del 16 marzo
1978 qualcuno ( con l'autorità per farlo ) ordina ad Oreste
Leonardi di passare per Via Fani. Qualcuno che era gerarchicamente
superiore a Leonardi o che godeva della sua Fiducia. Potrebbe essere
che qualcuno via radio o di persona indica a Leonardi di passare per
Via Fani. Non è un caso che tutti coloro che avrebbero potuto
testimoniare di eventuali colloqui di Leonardi quella mattina sono
stati uccisi, e potrebbe anche spiegare perché viene sparato
il colpo alla testa agli uomini della scorta. Ipotesi azzardata ma
che trova parziale fondamento in tre episodi accaduti quella mattina
:
Intorno
alle 9 il Colonnello Guglielmi ( in servizio nel Sismi nella sezione
che controllava Gladio ) si trova in Via Stresa a 200 metri da dove
nello stesso momento avveniva il rapimento di Moro. Guglielmi
dichiara che stava andando a pranzo da un amico ( alle 9 di mattina
) e che non si è accorto di nulla.
I
rapitori in fuga con Moro si avviano verso Via Bitossi dove era
parcheggiato il furgone sul quale viene poi fatto salire il
presidente della D.C. In Via Bitossi è sempre ferma una
volante della Polizia in servizio di vigilanza all'abitazione del
giudice Walter Celentano. Il 16 marzo la volante viene fatta
spostare dalla centrale operativa pochi minuti prima dell'arrivo dei
brigatisti.
Appena
i rapitori lasciano Via Fani tutti i telefoni della zona diventano
muti. Non si è mai capito la ragione di tale “guasto”.
Certo
potrebbero essere tutti coincidenze ma se coincidenze non fossero si
potrebbe pensare che elementi deviati presenti in vari rami della
pubblica amministrazione abbiano aiutato in maniera determinante i
“brigatisti”. In tale ipotetico contesto sarebbe possibile che a
Leonardi sia venuto l'ordine o l'indicazione di percorrere Via Fani,
e visto che Leonardi non avrebbe dato ascolto a chiunque ma solo a
chi legittimato a dargli ordini o consigli si potrebbe ancora provare
a dare un volto a questo ipotetico qualcuno.
Altri
dubbi vengono sul come. Prima di vedere i dubbi collochiamo i
protagonisti sulla scena: Ricci alla guida della macchina di Moro,
Leonardi seduto al suo fianco, Moro seduto sul sedile posteriore lato
destro dietro a Leonardi; Rivera alla guida dell'alfetta di scorta,
Zizzi seduto al suo fianco, Iozzino sul sedile posteriore lato destro
dietro a Zizzi; i brigatisti sparano dal lato sinistro della strada
rispetto alle auto di scorta. I brigatisti dichiarano che l'auto di
Moro ha provato ripetutamente a spingere la 128 per liberarsi e
fuggire. Però sulla 128 non ci sono segni di tamponamento e
tra l'auto di Moro e la 128 ci sono almeno 20 cm. Inoltre come è
possibile che Leonardi non reagisca ? Se le cose fossero andate come
detto dai brigatisti lo avrebbe fatto. Non è infatti credibile
che Ricci pur esposto al fuoco diretto riesca a tamponare
ripetutamente la 128 e Leonardi più defilato dai colpi non
riesca a reagire. Leonardi non reagisce perché colto di
sorpresa e non lo sarebbe mai stato se ci fosse stato il tamponamento
e se avesse visto gli occupanti della 128 scendere armati ed andare
verso di lui. L'autopsia stabilisce che Leonardi viene colpito da
proiettili sparati dalla sua destra, ma i brigatisti hanno sempre
dichiarato che hanno sparato solo dal lato sinistro e frontalmente. I
risultati dell'autopsia possono portare a fare una diversa
ricostruzione ( Ricostruzione dell'agguato di Via Fani nel film " Piazza delle Cinque Lune" ). La 128 si ferma allo stop, dietro si fermano le auto
di scorta. Qualcuno è fermo sul lato destro della strada
proprio vicino al finestrino di Leonardi . Un qualcuno che non attira
l'attenzione di Leonardi che evidentemente lo giudica non pericoloso.
La spiegazione potrebbe venire dall'uso delle divise
dell' aereonautica civile e della targa diplomatica. Si è
sempre ipotizzato che le divise vennero usate perché alcuni
brigatisti non si conoscevano e quindi volevano evitare di spararsi
addosso. Certo può essere ( anche se se fosse vera la versione
delle Brigate Rosse non era necessario essendo tutti gli assalitori su
un solo lato ). Ma potrebbe esserci una spiegazione diversa, gli
assalitori avevano la necessità di non colpire Moro, per non
colpirlo bisognava sparare nella maniera più precisa e il più
vicino possibile. Non è però semplice avvicinarsi a due
auto piene di persone armate. L'uso di divise e di una targa
diplomatica potrebbero aver facilitato il compito, specie se a
Leonardi il qualcuno che gli ordinò/consigliò di
passare per Via Fani gli abbia anche preavvisato la possibile
presenza di vettura con targa diplomatica e uomini in divisa.
Comunque sia l'uomo sul lato di Leonardi improvvisamente gli spara
e si defila. Contemporaneamente sul lato sinistro i 4 iniziano a
sparare avendo come obiettivo prioritario i due autisti, uccidono
Ricci e Rivera. Zizzi viene facilmente colpito essendo frontale agli
sparatori. Iozzino aveva visto qualcuno sparare su Leonardi e si
butta fuori dalla macchina approfittando anche del fatto che gli
assalitori hanno dato priorità agli autisti. Iozzino esce
fuori dalla macchina prende la pistola mira e spara ben due colpi.
Questo merita una riflessione, oltre ai 4 che sparano vi sono altri
armati che bloccano la strada dietro l'alfetta, nonostante ciò
Iozzino riesce a sparare due colpi. Questo porta a ipotizzare che
nonostante l'elevato numero di persone armate che hanno partecipato
all'assalto il ruolo principale e qualificato sia stato di pochi .
Cioè solo pochissimi erano capaci di sparare in modo efficace
e preciso. A conferma di ciò viene la perizia balistica. In
via Fani oltre alla pistola di Iozzino sparano: una pistola
Smith&Wesson calibro 9 ( 8 colpi ) , una pistola Beretta ( 4
colpi ) , una pistola-mitra probabilmente Mod FNA1943 ( 22 colpi ) ,
una pistola-mitra Sten o FNA1943 ( 49 colpi ) , una pistola mitra
TZ45 ( 5 colpi ), una pistola-mitra Beretta M12 (3 colpi ). Si vede
a occhio che il ruolo maggiore è di una sola persona che spara
ben 49 colpi. Sarà il testimone Pietro Lalli, che lavorava
come benzinaio in Via Stresa , a dare una precisa descrizione di
questo tiratore. Lalli è buon conoscitore di armi e nota
subito che il tiratore è esperto e addestrato. Lo vede prima
sparare una raffica corta e a breve distanza contro l'auto di Moro,
poi per allargare l'angolo di tiro compie dei passi indietro e spara
sull'alfetta di scorta. Spara con la mano destra mentre tiene la
sinistra sulla canna per tenere stabile l'arma. La testimonianza di
Lalli è di grande importanza, perché colloca in Via
Fani un tiratore di grande professionalità. Non deve colpire
Moro quindi si avvicina il più possibile e spara raffiche
brevi perché più precise. Per farlo ci vuole
grandissimo addestramento e nelle Brigate Rosse per stessa ammissione
dei brigatisti l'addestramento alle armi è scarso. Una volta
che ha ucciso Ricci il tiratore dei 49 colpi si muove con sicurezza
per allargare il campo di tiro perché deve sparare anche
sull'alfetta perché gli altri 3 tiratori evidentemente non
erano riusciti a neutralizzare gli agenti. Quindi il livello
qualitativo dei 4 tiratori è molto diverso, un professionista
e tre dilettanti. Saper sparare raffiche brevi e precise, muoversi
velocemente mentre si spara, essere lucidi sono tutte cose che si
apprendono con l'azione sul campo. Anche l'arma usata dal tiratore
professionista è una indicazione. Si dovrebbe trattare quasi
sicuramente di un mitra Sten o in alternativa di un FNA43. Il mitra
Sten è un arma costruita durante la seconda guerra mondiale
in Inghilterra , arma facile da costruire che non nasce per il tiro
di precisione, solo un buon addestramento specifico permette di
ottenere buoni risultati di precisione. Il mitra Sten venne fornito
dagli inglesi alle formazioni partigiane italiane, specie quelle che
si rifacevano all'ideologia occidentale. Tra esse la formazione
partigiana Osoppo , dalla Osoppo nel dopoguerra vennero tratti gli
uomini per formare “ Stella Alpina” unità di Gladio. Il
mitra FNA43 è un mitra prodotto in Italia nella Repubblica di
Salò per armare i reparti della Rsi. Mitra di buona
costruzione e molto preciso, diversi esemplari vennero catturati dai
partigiani. Sia lo Sten che l'FNA43 erano armi molto vecchie nel
1978, si trovava certo di meglio specie per un compito tanto
delicato. Se sono state usate significa o che non c'era modo di
procurarsi armi migliori ( ma è strana la cosa visto che i
bossoli trovati in Via Fani sono privi dell'indicazione del calibro e
del lotto di produzione, cosa tipica delle forniture militari e se
si riesce a procurare proiettili militari si riesce anche a procurare
armi moderne ) o che il tiratore dei 49 colpi aveva un rapporto
particolare con quel tipo di arma. Che aveva già usato
ripetutamente in azione e che sapeva impiegare al meglio .Le Brigate
Rosse però non avevano mai fatto azioni di tipo militare prima
del 78 ma solo azioni contro obiettivi poco protetti.
Come
si vede non tutto è stato spiegato. Oreste, Domenico,
Raffaele, Giulio, Francesco meritano che sia dato onore al loro
sacrificio. Onore che solo una completa verità può
dare. Loro hanno mantenuto il loro giuramento di servire fedelmente
la Repubblica. La Repubblica è stata fedele a loro ? sono
stati colpiti alle spalle ? Si sarebbero salvati se qualcuno non li
avesse traditi ?.